Fontodi – Vinsanto del Chianti Classico – 2013

Il VinSanto è il passito toscano per eccellenza, di origini secolari il nome sembra derivi dal suo utilizzo durante le cerimonie di messa dai preti, da sempre realizzato con uve locali come il Trebbiano e la Malvasia a seguito dell’appassimento delle uve. Nella versione di Fontodi sono utilizzati Malvasia e Sangiovese prelevando gli acini migliori dai vari vigneti e fatti appassire 5 mesi, dopo la pigiatura il mosto viene trasferito in caratelli da 50 e 110 litri di rovere francese e di castagno alternando l’utilizzo della “Madre”. Questa tradizionale tecnica consiste nel lasciare o riusare la feccia all’interno dei carati della precedente produzione in modo da stimolare le successive nuove fermentazioni e donare i lineamenti classici del vino passito. A seguito di questo procedimento, il vino vi rimane minimo 6 anni prima di essere imbottigliato. Totalmente emozionante parlarne come assaggiarlo, i profumi sono intensi di note liquorose e candite, rimane denso e avvolgente al palato dove si avverte un discreto tasso alcolico conseguente all’invecchiamento. I Cantucci sono molto consigliati nell’abbinamento.

  • Produttore: Fontodi
  • Nome: Vinsanto del Chianti Classico
  • Vitigno: Malvasia – Sangiovese
  • Anno: 2013
  • Gradazione: 12%
  • Formato: 375 ml
  • Produzione: 3000 bottiglie

Note Produttive: appassimento delle uve per 5 mesi, dopo la pigiatura il mosto viene trasferito in caratelli di rovere francese e castagno in presenza di madre per circa 6 anni.

Il vino contiene naturalmente solfiti

58,00

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Descrizione

Fontodi viene definito in molti modi, ognuno dei quali sottolinea la storia della sua fama e dei suoi vini che ormai hanno conquistato i palati di tutto il mondo portando in auge il nome della Toscana. Questa splendida cantina nasce nel 1968 quando la famiglia Manetti ne assunse la proprietà, si trova a Panzano in Chianti dentro la DOCG Chianti Classico in quella che viene nominata la “Conca d’oro” per via dei suoi terreni unici, esposti a Sud con diverse altitudini dove il Sangiovese, e non solo, matura a livelli straordinari. Loro famosi produttori di terrecotte, intrapresero un nuovo percorso sfruttando le conoscenze del territorio piantando le prime viti su terreni pietrosi, ricchi di galestro rilasciando la prima etichetta pochi anni dopo. Incentrati sulla sostenibilità ambientale hanno ottenuto la certificazione biologica, coltivano 80 ettari vitati prevalentemente a Sangiovese, Canaiolo, Malvasia e Pinot Nero senza uso di sostanze chimiche ma solo con colture organiche prodotte da loro. I lavori in cantina sono precisi e delicati, grazie anche al supporto dell’architettura dell’impianto disposto su vari livelli si evita l’uso di tecnologie invadenti sfruttando la gravità per non danneggiare le uve, si utilizza solo il legno nelle vinificazioni e gli affinamenti durano almeno 12 mesi. Si tratta della versione territoriale più genuina e pura di ciò che un paesaggio può simboleggiare.

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