Poderi Luigi Einaudi – Barolo Villero – 2019

Nel comune di Castiglione Falletto fra le varie colline ce ne una che si differenzia dalle altre, si tratta di Villero, ritenuta una delle espressioni più eleganti per il Barolo prodotta solo da poche celebri cantine. Una vigna dalla composizione sabbiosa nel sottosuolo assieme a strati marnosi, l’esposizione è tendente a sud-ovest con piante di 40 anni da cui si ricavano circa 3500 bottiglie. Fermentazione e macerazione sulle bucce per 25 giorni in vasche di cemento a temperatura controllata e poi classico affinamento in botti grandi di rovere per 24 mesi. Dotato di una discreta tannicità lo si può aspettare per molti anni per capire la sua evoluzione, già fin da giovane sprigiona bei profumi di frutto e spezia con beva fresca e vellutata da cui si percepisce una raffinata struttura.

  • Produttore: Poderi Luigi Einaudi
  • Nome: Barolo Villero
  • Vitigno: 100% Nebbiolo
  • Anno: 2019
  • Gradazione: 14,5%
  • Formato: 750 ml
  • Produzione: 3500 bottiglie

Note Produttive: vinificazione in vasche di cemento. Affinamento per 24 mesi in botti grandi di rovere e 2 anni in bottiglia.

Il vino contiene naturalmente solfiti

86,00

1 disponibili

Descrizione

Una storica culla di radici piemontesi e parte della storia politica italiana è rappresentato dal Podere Luigi Einaudi, storica cantina fondata proprio da colui che diventerà il primo Presidente della Repubblica italiana. Luigi Einaudi fonda la propria azienda nel 1915 a Dogliani, economista e contadino nel sangue, nonostante la sua futura attività politica a Roma si dice che non mancò mai a nessuna vendemmia assieme alla famiglia. Pragmatico e intuitivo decise di affidare la gestione dei suoi possedimenti ai mezzadri, infatti fu uno dei primi a puntare tutto sull’Agricoltura capendo che poteva sollevare dalla crisi il Piemonte agevolando e dando lavoro a gente locale sfruttando le ricchezze naturali. Il suo contributo inoltre fu enorme come ad esempio innestare le barbatelle su vite americana per combattere la fillossera o promuovere la meccanizzazione delle campagne per facilitare i tempi di lavoro, poi alla sua morte la cantina fu gestita dai figli fino ad oggi con la presenza del nipote Matteo Sardagna Einaudi. Questa dedizione ha avuto negli anni grandi risultati: la nascita nel 2006 della DOCG Dogliani ha dato un’identità e portato nel mondo il suo tipico uvaggio: il Dolcetto!
Non solo, con le nuove generazioni si sono comprate ed estese le proprietà nella zona del Barbaresco e Barolo per produrre il rinomato e austero Nebbiolo nelle sue diverse forme di denominazione ed espressione valorizzando la qualità della propria terra. Lo stile in cantina è molto tradizionale senza tralasciare le tecniche d’avanguardia per la pulizia e vinificazione del vino, si usano ancora le vasche di cemento a temperatura controllata, lieviti indigeni e botti grandi di rovere. La bellezza di un patrimonio ereditario simbolo dell’Italia nel mondo.

Ti potrebbe interessare…