Poderi Luigi Einaudi – Barolo Monvigliero – 2019

Il Barolo Monvigliero è indice di incredibile qualità nella selezione Einaudi, ultima etichetta ad essere inserita e presentata ufficialmente con l’annata 2018 per i 125 anni di storia. La collina più rinomata del comune di Verduno da sempre, una vigna esemplare per Baroli dalla finezza e freschezza incredibili grazie alla totale esposizione a Sud e suoli sabbiosi predominanti. L’età delle piante è di oltre 50 anni, rese basse con selezione ulteriore delle uve motivo per cui si producono poche migliaia di bottiglie, le vinificazioni si effettuano in vasche cemento sulle bucce per 25 giorni poi si esegue un affinamento per 24 mesi in botti grandi di rovere. Veramente un magnifico vino, per ogni momento dell’anno, molto avvolgente nei profumi con frutto rosso e spezia, in bocca è ben equilibrato con vibrante acidità e tannini piacevoli. Per l’occasione si è deciso di realizzare solo per questo vino un’etichetta artistica in omaggio al pittore rinascimentale Giulio Romano raffigurante un “Cavallo su colonne” a simboleggiare la forza e il legame con la propria terra.

  • Produttore: Poderi Luigi Einaudi
  • Nome: Barolo Monvigliero
  • Vitigno: 100% Nebbiolo
  • Anno: 2019
  • Gradazione: 14,5%
  • Formato: 750 ml
  • Produzione: 10000 bottiglie

Note Produttive: vinificazione in vasche di cemento. Affinamento per 24 mesi in botti grandi di rovere e 2 anni in bottiglia.

Il vino contiene naturalmente solfiti

86,00

2 disponibili

Descrizione

Una storica culla di radici piemontesi e parte della storia politica italiana è rappresentato dal Podere Luigi Einaudi, storica cantina fondata proprio da colui che diventerà il primo Presidente della Repubblica italiana. Luigi Einaudi fonda la propria azienda nel 1915 a Dogliani, economista e contadino nel sangue, nonostante la sua futura attività politica a Roma si dice che non mancò mai a nessuna vendemmia assieme alla famiglia. Pragmatico e intuitivo decise di affidare la gestione dei suoi possedimenti ai mezzadri, infatti fu uno dei primi a puntare tutto sull’Agricoltura capendo che poteva sollevare dalla crisi il Piemonte agevolando e dando lavoro a gente locale sfruttando le ricchezze naturali. Il suo contributo inoltre fu enorme come ad esempio innestare le barbatelle su vite americana per combattere la fillossera o promuovere la meccanizzazione delle campagne per facilitare i tempi di lavoro, poi alla sua morte la cantina fu gestita dai figli fino ad oggi con la presenza del nipote Matteo Sardagna Einaudi. Questa dedizione ha avuto negli anni grandi risultati: la nascita nel 2006 della DOCG Dogliani ha dato un’identità e portato nel mondo il suo tipico uvaggio: il Dolcetto!
Non solo, con le nuove generazioni si sono comprate ed estese le proprietà nella zona del Barbaresco e Barolo per produrre il rinomato e austero Nebbiolo nelle sue diverse forme di denominazione ed espressione valorizzando la qualità della propria terra. Lo stile in cantina è molto tradizionale senza tralasciare le tecniche d’avanguardia per la pulizia e vinificazione del vino, si usano ancora le vasche di cemento a temperatura controllata, lieviti indigeni e botti grandi di rovere. La bellezza di un patrimonio ereditario simbolo dell’Italia nel mondo.

Ti potrebbe interessare…