Paolo Scavino – Barolo Monvigliero – 2019

La vigna più importante del comune di Verduno prodotta da una delle cantine più importanti di Langa per il Barolo, la prima uscita di questo Cru è stata nel 2008 e da allora viene realizzata solo nelle grandi annate. Monvigliero è la tipica vigna di pura freschezza e aromaticità, prevalentemente sabbiosa esposta a Sud-est con piante di 40-50 anni da cui si ricavano poche migliaia di bottiglie. Tutte le vinificazioni sono svolte in vasche d’acciaio con un contatto sulle bucce di alcune settimane per avere una estrazione lenta delle componenti, l’affinamento si svolge per 12 mesi in barrique usate e altri 12 mesi in botti grandi prima di riposare in bottiglia. La complessità nonostante l’innata eleganza del vino è incredibile, sentori di fiori e note di caffè con suadenza nella beva, buona trama acida e tannini d’impatto.

  • Produttore: Paolo Scavino
  • Nome: Barolo Monvigliero
  • Vitigno: 100% Nebbiolo
  • Anno: 2019
  • Gradazione: 14%
  • Formato: 750 ml
  • Produzione:

Note Produttive: vinificazione in vasche di acciaio. Affinamento in barrique per 12 mesi e in botti grandi per altri 12 mesi.

Il vino contiene naturalmente solfiti

91,00

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Descrizione

Tra i nomi più blasonati a livello internazionale per la produzione dello storico vino Barolo, non poteva mancare Paolo Scavino. Azienda agricola fondata nel 1921, a Castiglione Falletto, da Lorenzo Scavino e dal figlio Paolo i quali iniziarono a coltivare le famose varietà locali come il Dolcetto, la Barbera e il Nebbiolo. Ma è con l’ingresso di Enrico Scavino che si inizia la valorizzazione del nebbiolo, differenziando le zone in cui si notava la maggiore qualità dell’uva acquistando parcelle in altri comuni dell’area del Barolo, nei Cru più vocati come Monvigliero, Cannubi, Bussia, Rocche dell’Annunziata. Dal 1978, si decise di vinificare separatamente i Cru, dove Bric del Fiasc divenne la prima vigna singola della cantina in quanto dai suoli composti da sabbia e marne fossili, chiamati Tov, spiccavano le uve di maggior pregio. Ad oggi con 32 ettari divisi in 8 comuni, si respira una tradizione tramandata nei vigneti da decenni, arrivata alla 4^ generazione con l’idea di una viticoltura superiore all’enologia, di una devozione verso il lavoro con lo scopo di raggiungere l’interpretazione e la purezza dell’essenza territoriale. Improntati ad una produzione di assoluta qualità, si è ridotto l’uso di elementi chimici nell’ambiente e i lavori in cantina, dove l’utilizzo principalmente delle barriques nelle vinificazioni ne hanno fatto un pioniere di questo stile. Sono Cura e Passione i pilastri di una della realtà più rinomate e ispirate del panorama enologico piemontese.

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