Mastrojanni – Brunello di Montalcino Vigna Schiena d’Asino – 2015

Certe volte è molto curioso e incredibile immaginare come alcuni dei più memorabili vini italiani che oggi dominano i mercati del mondo e sono simbolo “Made in Italy”, solamente pochi decenni fa erano all’ombra nelle loro stesse zone di produzione, il Brunello figura tra questi esempi. La visione di Mastrojanni non fu solo quella di accrescere la fama di un vino ma dedurre il potenziale di un’area incontaminata, assente di viticoltura ma con suoli favorevoli dove solo il duro lavoro nel tempo avrebbe dato uno dei migliori Sangiovese della denominazione. In particolare c’è una sottozona che si differenzia dal resto, è la vigna Schiena d’Asino, un ettaro di collina ad un’altezza di 350 metri con esposizioni fra sud-est e sud-ovest, protetta alle spalle dal monte Amiata, in cui risiedono le piante più vecchie di 40 anni che grazie alle loro profonde radici su suoli di galestro donano ai vini grandissima personalità. Poche migliaia di bottiglie, si raccolgono solo uve a piena maturazione, fermentazioni spontanee in vasche di cemento con lieviti indigeni seguito da un affinamento in botti di rovere di Allier da 16 e 25 ettolitri per 36 mesi e un ulteriore riposo di 12 mesi in bottiglia. Un Brunello a dir poco encomiabile, raffinato e territoriale che riflette la mente del suo creatore, sentori di frutto maturo, spezia e confettura coeso a un palato di fantastica potenza gustativa per la sua morbidezza, struttura e aristocratica tannicità, perché è così che va interpretato un Sangiovese. Scegliete la giusta occasione, non abbiate fretta!

  • Produttore: Mastrojanni
  • Nome: Brunello di Montalcino Vigna Schiena d’Asino
  • Vitigno: 100% Sangiovese
  • Anno: 2015
  • Gradazione: 15%
  • Formato: 750 ml
  • Produzione:

Note Produttive: vinificazione in vasche di cemento con lieviti indigeni. Affinamento in botti di rovere grande per 36 mesi, più 12 mesi in bottiglia.

166,00

1 disponibili

Descrizione

L’origine del capolavoro toscano risiede molto nei prodotti della sua terra, se si parla dei vini di Mastrojanni sicuramente stiamo citando la cantina che ha contribuito a fare la storia del Brunello di Montalcino. Nel 1975 a Castelnuovo Abate l’avvocato romano Gabriele Mastrojanni acquista il podere di San Pio e Loreto nell’area di Montalcino a 400 metri di altezza, una zona da sempre vocata alla coltivazione della vite ma rimasta inesplorata nel corso dei secoli. Fu una scelta lungimirante e tenace dato che in quegli anni erano davvero pochi i produttori di vino nella zona, infatti il suo sogno era di fare il migliore Brunello in assoluto, difatti pochi anni dopo ci riuscì a pieno, creando un capolavoro di vini fini e raffinati con un grande potenziale nel futuro. Egli aveva capito che era la madreterra del Sangiovese, addirittura la migliore di tutta la regione grazie al microclima, esposizione e la complessità dei suoli di origine vulcanica così decise di piantare in una terra vergine le prime barbatelle del clone Sangiovese Grosso. Scommessa vinta in poco tempo, dagli anni ‘90 il marchio Mastrojanni entrò nella storia per il livello alto di qualità sotto ogni aspetto a livello internazionale venendo poi acquistato dal gruppo Illy, ancora oggi inoltre può contare con l’aiuto dei due collaboratori di sempre ancora punto di riferimento in azienda, l’enologo Maurizio Castelli e l’amministratore Andrea Marchetti che portano avanti l’eredità dell’avvocato. Terreni molto magri e poveri che negli anni si sono rivitalizzati dove le piante si sono adattate molto bene, perciò lo stile in vigna è più che rispettoso per l’ambiente con l’assenza di sostanze chimiche, si praticano diradamenti e la vendemmia si divide in più fasi in base alla maturità dei grappoli mentre in cantina rimane l’uso di vasche di cemento vetrificato per le fermentazioni e l’utilizzo di botti di rovere per l’invecchiamento. Un’azienda ai vertici del mondo per la Toscana, un finale più sorprendente di quello che aveva immaginato l’avvocato Mastrojanni.

Ti potrebbe interessare…