Villa Bucci – Rosso Piceno – 2020
Nella zona bassa delle Marche si sviluppa l’area del Piceno, un’area per i paesaggi collinari vicini al mare vocata alla vite soprattutto nella coltivazione di uve rosse. Questo rosso viene prodotto in specifiche annate con uve locali 70% Montepulciano e 30% Sangiovese provenienti da piante di oltre 30 anni per una quantità di 3300 bottiglie. Grappoli vinificati in vasche d’acciaio per alcune settimane dopodichè si esegue un affinamento in botti grandi usate di rovere per 12 mesi seguiti da 6 mesi di sosta in bottiglia. Un vino eccezionale in cui si riscontrano le peculiarità delle uve, lo spettro olfattivo è di frutta rossa e liquirizia amalgamati ad una beva morbida ed esaustiva con trama tannica e acida bilanciate.
- Produttore: Villa Bucci
- Nome: Rosso Piceno
- Vitigno: 70% Montepulciano – 30% Sangiovese
- Anno: 2020
- Gradazione: 13,5%
- Formato: 750 ml
- Produzione: 3300 bottiglie
Note Produttive: vinificazione in vasche di acciaio. Affinamento in botti grandi usate di rovere per 12 mesi più sei mesi in bottiglia.
Il vino contiene naturalmente solfiti
35,00€
Esaurito
Descrizione
In ogni uva, in ogni vino importante troviamo sempre quella storia, quella figura che lo ha reso tale, nel caso del Verdicchio lo è stato Ampelio Bucci che potremmo definire come il “Papà” di questo vitigno o comunque colui che lo ha valorizzato e fatto conoscere al mondo. La famiglia Bucci coltiva l’uva fin dal 1700 nella zona dei Castelli di Jesi, solo nel 1983 viene fondata l’azienda Villa Bucci a Ostra Vetere vicino Ancona per volere di Ampelio il quale decise coraggiosamente di rivoluzionare la viticoltura marchigiana. Capì l’importanza e il potenziale del Verdicchio, dopo viaggi ed esperienze in Borgogna si convinse a dare al vino una nuova impronta introducendo il legno nell’affinamento fino a quel momento mai usato. Infatti fu così che seguendo gli insegnamenti francesi acquistò una parcella di vecchi filari convinto della qualità maggiore dei grappoli a seconda dell’età della pianta in uno specifico terroir effettuando una selezione dei cloni migliori assieme al suo enologo Giorgio Grai da piantare nuovamente e produrre le prime bottiglie. Un successo indiscusso fin da subito che migliorò negli anni curando la proprietà, oggi con 31 ettari vitati si coltivano oltre al Verdicchio anche Montepulciano e Sangiovese applicando pratiche agronomiche naturali, non invasive e di sostentamento ambientale preservando boschi, flora e fauna che fece ottenere la certificazione biologica. Nella cantina costruita nel 1930 c’è poco interventismo, si usano vasche d’acciaio nelle vinificazioni con lieviti indigeni e botti grandi secolari mai sostituiti per gli invecchiamenti in modo da preservare l’essenza del vino stesso. Il perfezionamento non si è mai fermato dentro quelle mura dove ogni annata che si è susseguita racconta un nuova storia relazionata al passato di un vino bianco italiano tra i più acclamati nel mondo.
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