Paolo Scavino – Barolo Cannubi – 2018
Certamente la tipologia di Barolo più famosa al mondo, dallo stile e gusto unico tanto da essere uno dei vini più ambiti nel mondo. Ci troviamo a Barolo, nel cru Cannubi, con vigneti piantati nel 1946 che godono di ottima esposizione verso sud/est dove l’incontro di suoli sabbiosi/argillosi e le rese bassissime danno origine a vini unici. Dopo la raccolta le uve vengono vinificate a cappello sommerso in acciaio a temperatura controllata con lieviti indigeni prima di passare in legno. L’affinamento viene eseguito in barriques nuove e usate per i primi 10 mesi, a cui seguono 12 mesi di botte grande dopodichè affina ulteriormente 10 mesi in acciaio e 10 mesi in bottiglia. Il vino che si ricava da questo processo sintetizza l’espressione di un terroir figlio del tempo, fatto da profumi avvolgenti e complessi con un tannino fine ed elegante. Armonia pura.
- Produttore: Scavino Paolo
- Nome: Barolo Cannubi
- Vitigno: 100% Nebbiolo
- Anno: 2018
- Gradazione: 15%
- Formato: 750ml
- Produzione:
Note Produttive: fermentazione a temperatura controllata. Affinamento per 10 mesi in barrique nuove ed usate, più 12 mesi in botti grandi di rovere. Il vino successivamente affina in vasche di cemento per 10 mesi e 10 mesi in bottiglia.
Il vino contiene naturalmente solfiti
101,00€
Esaurito
Descrizione
Tra i nomi più blasonati a livello internazionale per la produzione dello storico vino Barolo, non poteva mancare Paolo Scavino. Azienda agricola fondata nel 1921, a Castiglione Falletto, da Lorenzo Scavino e dal figlio Paolo i quali iniziarono a coltivare le famose varietà locali come il Dolcetto, la Barbera e il Nebbiolo. Ma è con l’ingresso di Enrico Scavino che si inizia la valorizzazione del nebbiolo, differenziando le zone in cui si notava la maggiore qualità dell’uva acquistando parcelle in altri comuni dell’area del Barolo, nei Cru più vocati come Monvigliero, Cannubi, Bussia, Rocche dell’Annunziata. Dal 1978, si decise di vinificare separatamente i Cru, dove Bric del Fiasc divenne la prima vigna singola della cantina in quanto dai suoli composti da sabbia e marne fossili, chiamati Tov, spiccavano le uve di maggior pregio. Ad oggi con 32 ettari divisi in 8 comuni, si respira una tradizione tramandata nei vigneti da decenni, arrivata alla 4^ generazione con l’idea di una viticoltura superiore all’enologia, di una devozione verso il lavoro con lo scopo di raggiungere l’interpretazione e la purezza dell’essenza territoriale. Improntati ad una produzione di assoluta qualità, si è ridotto l’uso di elementi chimici nell’ambiente e i lavori in cantina, dove l’utilizzo principalmente delle barriques nelle vinificazioni ne hanno fatto un pioniere di questo stile. Sono Cura e Passione i pilastri di una della realtà più rinomate e ispirate del panorama enologico piemontese
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