Livio Felluga – Terre Alte Rosazzo – 2022

Il Terre Alte è un simbolo indiscusso nel panorama vinicolo italiano ma non solo. Bottiglia memorabile prodotta per la prima volta nel 1981 nelle terre alte di Rosazzo, è frutto dell’armonico assemblaggio delle uve Friulano, Pinot Bianco e Sauvignon, dove grazie ai suoli di origine eocenica ricchi di marne, si produce un vino di grande struttura e potenziale evolutivo. Il processo di vinificazione viene svolto inizialmente in vasche di acciai, per poi seguire in botti di legno dove il vino svolge la fermentazione alcolica e malolattica. Il vino riposa sui propri lieviti per alcuni mesi per poi passare all’imbottigliamento. Bianco polposo con notevole struttura e materia, grazie alla sapidità e freschezza è in grado di invecchiare per un decennio.

  • Produttore: Livio Felluga
  • Nome: Terre Alte Rosazzo
  • Vitigno: Friulano, Pinot Bianco, Sauvignon
  • Anno: 2022
  • Gradazione: 13,5%
  • Formato: 750 ml
  • Produzione: 25000 bottiglie

Note Produttive: leggera macerazione in vasche di acciao. Fermentazione alcolica e malolattica in botti di rovere, il vino giace sui propri lieviti per alcuni mesi.

Il vino contiene naturalmente solfiti

90,00

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Descrizione

Se la storia è scritta da uomini predestinati, Livio Felluga figura tra questi, definito da tutti come padre della viticoltura friulana e pioniere della rinascita enologica italiana. Una storia la sua frammentata da numerosi eventi, ma che hanno saputo plasmare un uomo coraggioso, visionario e audace quando si è trattato di mettersi in gioco nel mondo del vino. Da sempre il Friuli, terra di confini, è stata un ottima regione per la produzione di vini bianchi grazie alle ricchezze nascoste fra le sue colline tra cui Rosazzo e il Collio. Fu qui che si stabilì Felluga, in una terra contadina pressoché abbandonata a causa delle guerre, desideroso di ristabilire un’identità perduta a un territorio in cui aveva sempre creduto. Stabilitosi a Rosazzo, nel villaggio di Cormons in Friuli, fu solo a seguito della seconda guerra mondiale che fondò la sua azienda e intraprese l’attività agricola per far risorgere la campagna. Ma fu grazie al duro lavoro assieme al restauro di antichi vigneti e l’impianto di nuovi di diverse varietà tra cui lo Chardonnay, il Sauvignon, il Pinot grigio e il Friulano che scrisse un nuovo capitolo. Uno stile classico contraddistinto da una filosofia innovatrice e caparbia fatta da continue sperimentazioni e cura dei dettagli che permettono l’espressione massima dell’uva. Una ricerca della qualità affinata nei decenni accompagnata da un programma di sostenibilità rigoroso grazie al bando di prodotti chimici sostituiti da elementi organici, lavori manuali e aree boschive protette visti come cardini per il futuro. In cantina prevale l’uso dell’acciaio e di materiali avanguardisti come il cocciopesto e la terracotta, con lunghi riposi in bottiglia per preservare la purezza dei profumi e della freschezza che contrassegnano questo territorio. Amore e perseveranza, sono questi i pilastri alla base di un mondo vitivinicolo conosciuto ormai come la patria dei vini bianchi d’Italia.

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