Livio Felluga – Friulano Sigar – 2018
Il Friulano è una delle uve autoctone più importanti della regione, caratterizzata da profumi vegetali e mandorlati, buona morbidezza e in grado di evolvere negli anni. In questo caso ci troviamo all’interno della Docg Rosazzo vicino a Cormons, dove la vite cresce su un terreno marnoso/arenario tipico della zona chiamato “Ponca”. Dopo un’attenta selezione manuale l’uva viene fatta macerare sulle bucce alcune ore e travasata in giare di terracotta dove va a fermentare tre settimane. In seguito il tutto viene mantenuto sui lieviti alcuni mesi, prima di affinare in bottiglia dove rimane a riposo diverso tempo. La 2018 è la sintesi di un’annata memorabile, da conferire al vino sentori nobili di speziatura e agrumato assieme ad una graffiante freschezza e mineralità.
- Produttore: Felluga Livio
- Nome: Friulano Sigar
- Vitigno: 100% Friulano
- Anno: 2013
- Gradazione: 14%
- Formato: 750ml
Note Produttive: Le uve vengono diraspate, fatte macerare sulle bucce per alcune ore e trasferite in giare di terracotta da 7 hl per la fermentazione alcolica. In seguito si svolge la fermentazione malolattica per tre settimane e si mantiene sui lieviti nei contenitori per l’affinamento, prima dell’imbottigliamento dove riposa il tempo necessario.
Il vino contiene naturalmente solfiti
34,00€
Esaurito
Descrizione
Se la storia è scritta da uomini predestinati, Livio Felluga figura tra questi, definito da tutti come padre della viticoltura friulana e pioniere della rinascita enologica italiana. Una storia la sua frammentata da numerosi eventi, ma che hanno saputo plasmare un uomo coraggioso, visionario e audace quando si è trattato di mettersi in gioco nel mondo del vino. Da sempre il Friuli, terra di confini, è stata un ottima regione per la produzione di vini bianchi grazie alle ricchezze nascoste fra le sue colline tra cui Rosazzo e il Collio. Fu qui che si stabilì Felluga, in una terra contadina pressoché abbandonata a causa delle guerre, desideroso di ristabilire un’identità perduta a un territorio in cui aveva sempre creduto. Stabilitosi a Rosazzo, nel villaggio di Cormons in Friuli, fu solo a seguito della seconda guerra mondiale che fondò la sua azienda e intraprese l’attività agricola per far risorgere la campagna. Ma fu grazie al duro lavoro assieme al restauro di antichi vigneti e l’impianto di nuovi di diverse varietà tra cui lo Chardonnay, il Sauvignon, il Pinot grigio e il Friulano che scrisse un nuovo capitolo. Uno stile classico contraddistinto da una filosofia innovatrice e caparbia fatta da continue sperimentazioni e cura dei dettagli che permettono l’espressione massima dell’uva. Una ricerca della qualità affinata nei decenni accompagnata da un programma di sostenibilità rigoroso grazie al bando di prodotti chimici sostituiti da elementi organici, lavori manuali e aree boschive protette visti come cardini per il futuro. In cantina prevale l’uso dell’acciaio e di materiali avanguardisti come il cocciopesto e la terracotta, con lunghi riposi in bottiglia per preservare la purezza dei profumi e della freschezza che contrassegnano questo territorio. Amore e perseveranza, sono questi i pilastri alla base di un mondo vitivinicolo conosciuto ormai come la patria dei vini bianchi d’Italia.
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