Arcari e Danesi – Franciacorta Dosaggio Zero – 2018
La bollicina che più rappresenta questa cantina e che ha inaugurato il loro cammino nel mondo del vino, l’unica prodotta tutti gli anni dal 2008 con nuove tecniche inedite che li hanno resi celebri nella regione. Un blend di 80% Chardonnay e 20% Pinot Bianco con vigneti nella maggior parte sul Monte Orfano disposti su vari terrazzamenti esposti tutti verso sud dove i terreni ferrosi e l’irraggiamento costante danno vini di buona sostanza. Uve vendemmiate in perfetta maturazione fenolica, e non raccolte forzatamente in anticipo, la vinificazione si svolge in acciaio separata per ciascuna varietà le quali poi vengono assemblate per la presa di spuma in bottiglia col Metodo SoloUva ovvero non si usano zuccheri esogeni ma si sfruttano quelli naturali delle uve oltre all’aggiunta di una parte di mosto iniziale, dopodichè affina per 30 mesi prima della sboccatura senza dosaggio finale. Stupefacente come si riesca ad ottenere un vino così fedele alla sua origine, lo si percepisce dai profumi agrumati e puri che poi si amplificano assieme ad una beva energica e di assoluto piacere per la struttura, freschezza e mineralità finale.
- Produttore: Arcari e Danesi
- Nome: Franciacorta Dosaggio Zero
- Vitigno: 80% Chardonnay – 20% Pinot Bianco
- Anno: 2018
- Gradazione: 12%
- Formato: 750 ml
- Produzione:
Note Produttive: vinificazione in vasche di acciaio. Affinamento per 30 mesi sui propri lieviti.
Il vino contiene naturalmente solfiti
34,00€
Esaurito
Descrizione
Nell’area di produzione della FranciaCorta si è aperta la strada dell’innovazione e dell’ingegno ormai da anni dove l’ingresso di nuovi vignaioli ne sta aumentando il prestigio qualitativo. La piccola cantina Arcari-Danesi nasce nel 2006 da un’idea concepita 10 anni prima dalla mente commerciale di Giovanni Arcari e quella enologica di Nico Danesi, due amici che hanno contribuito a rivoluzionare col loro sogno la spumantistica italiana. Ci troviamo a Coccaglio nella parte più alta della denominazione sul monte Orfano in cui viste le pendenze le vigne sono disposte su terrazzamenti riscontrando escursioni termiche maggiori per le altezze ma utili a produrre bollicine molto accattivanti grazie alla mineralità dei suoli rocciosi. Fu da qui che gettarono le basi dei loro progetti come quello TerraUomoCielo in cui attraverso consulenze e filosofie produttive si dà una precisa identità ai vini in ciascuna annata, e soprattutto sono stati i promotori del Metodo italiano SoloUva, brevettato nel 2008. Questa tecnica enologica ormai diffusa per gli spumanti si differenzia dal Metodo Classico in quanto non aggiunge zuccheri esterni in nessuna tappa della produzione ma utilizza lo zucchero naturale delle uve perfettamente mature e in seguito del mosto (in parte conservato) al momento della presa di spuma in bottiglia o del dosaggio. Un autentico rinnovamento che permise di estrapolare la vera essenza della Franciacorta territorialmente e di trasmettere le peculiarità di provenienza delle uve quali Pinot Noir, Chardonnay e Pinot Bianco di cui loro stessi ne coltivano 5 ettari. Niente nel loro percorso è stato lasciato al caso, persino la cantina è stata scavata nella collina per avere locali a temperatura ambiente grazie alle pareti rocciose, durante le tappe della fase produttiva si ricorre alle più moderne tecnologie nelle vinificazioni in modo da ottenere mosti d’uva ricchi e profumati mentre le soste sui lieviti delle bottiglie non sono mai inferiori ai 24 mesi le quali vengono appositamente mantenute nella zona inferiore della struttura. Avanguardisti nel vero senso del termine.