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Chandon de Briailles – Pernand Vergelesses Premier Cru Île des Vergelesses – 2019

Interessante espressione di Pinot Noir ad evidenziare come la zona di Pernand Vergelesses sia favolosa per questa varietà grazie al clima, l’altitudine e la complessità geologica di alcune zone dando vini dalla buona longevità. Ci troviamo presso il Premier Cru di Ile de Vergelesses di fianco alla collina di Corton, considerato il miglior vigneto per i vini rossi con un’altitudine fino a 289 metri dai ripidi pendii, i suoli sono argillosi e calcarei dove le loro piante hanno una media di 40 anni. La raccolta delle uve è manuale, vengono vinificate a grappolo intero in vasche aperte per diversi giorni in modo spontaneo con l’ausilio di follature e rimontaggi, l’invecchiamento viene fatto in barrique per 18-24 mesi e imbottigliato con poca aggiunta di solforosa. Una geniale interpretazione è venuta fuori da questa etichetta, partendo dalle note di frutta e spezia che si alternano annunciando una beva di potenza dai tannini ruvidi e struttura imponente, di sicuro è consigliato aprire dopo almeno 5 anni.

  • Produttore: Chandon de Briailles
  • Nome: Pernand Vergelesses Premier Cru Île des Vergelesses
  • Vitigno: 100% Pinot Nero
  • Anno: 2019
  • Gradazione: 13,5%
  • Formato: 750 ml
  • Produzione:

Note Produttive: vinificazione a grappolo intero in tini aperti. Affinamento in barrique per 18-24 mesi.

Il vino contiene naturalmente solfiti

84,00

Esaurito

Descrizione

La Borgogna risulta essere la patria di grandi bianchi e rossi, soprattutto nella Cote d’Or, l’area in cui il Pinot Noir e lo Chardonnay traggono la massima espressione mondiale, la zona in cui risiedono i più prestigiosi Cru con risultati differenti da parcella a parcella. L’azienda Chandon de Briailles si trova a Savigny lès Beaune, nella Côte de Beaune dal 1834, porta il nome della contessa che fondò il Domaine imparentata a sua volta con la casata di Moet et Chandon, che decise di dar inizio alla coltivazione della vite nei propri possedimenti. Si sono susseguite otto generazioni nei decenni fino al 1982 quando prese la guida la discendente Nadine de Nicolay che imbottiglia per la prima volta e fece un cambiamento drastico nel trattamento dei terreni abbandonando l’uso di prodotti chimici. Dal 2001 l’azienda è gestita dai figli Claude e Francois de Nicolay (il primo gestiva un laboratorio di vino e il secondo un’enoteca a Parigi) ma quest’ultimo dopo un incontro con la famiglia Leflaive capì l’importanza di lavorare in biodinamica per mantenere una vigna e ottenere un vino salutare con le caratteristiche originali. L’intera filosofia è fondata nel massimo rispetto ambientale con certificazioni multiple, un’impronta che ha valorizzato le loro più rinomate parcelle Premier e Grand Cru (Les Lavieres, Clos du Roi, Maréchaudes) distribuite in alcune famose AOC come Pernand-Vergelesses, Aloxe-Corton e lo stesso Savigny les Beaune per un totale di 13,5 ettari vitati a Pinot Noir e Chardonnay. Precisi nei lavori nei vigneti con solo cavalli da traino, vendemmie parcellari programmate per differenti condizioni climatiche e selezione meticolosa dei grappoli, in cantina si prediligono vasche di legno con fermentazioni spontanee controllate usando l’intero grappolo, gli affinamenti eseguiti in botti piccole e assenza di filtrazione e chiarifica prima di imbottigliare. Grande esempio nel mondo dei Vin naturelle.

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